Un reportage realizzato da una donna che parla della Donna e ne sottolinea gli aspetti più sensibili, il suo modo di mostrarsi forte in una dimensione che le appartiene in esclusiva. Un viaggio nell’intenso mondo di chi, rimboccandosi le maniche, sorride alla vita e illumina d’amore tutto ciò che fa, rendendolo speciale.
Perché si può essere forti in tanti modi; il più bello, secondo noi: essendo Donna.
Senza andare troppo indietro negli anni, fino a qualche tempo fa l’associazione donna-focolare domestico continuava a rimarcare la collocazione della prima a curatrice della casa e della prole, obbediente al “pater familias” e sottomessa alle scelte di questi, in un eterno rapporto di dipendenza.
La qualità di Lei consisteva apparentemente nell’ornare la figura del marito, spesso di consigliarlo ma mai di affiancarlo o poter stare al suo pari.
A pensarci, un compito morale che richiedeva l’enorme forza di posporre il proprio benessere a quello altrui, porsi in ombra in favore di una luce puntata sui soggetti più in vista della società. Donna come “moglie di” o “madre di”. Un ideale che ha permeato confini fisici e temporali e di cui, a tutt’oggi, non ci siamo definitivamente liberati.
Con la lontana Rivoluzione Francese il bisogno di emancipazione generale diffonde capillarmente una visione critica e al contempo spogliata di quei pregiudizi che avevano investito la figura della donna dalla preistoria sino all’età contemporanea. Ha inizio dal basso un movimento che non conosce battute d’arresto e che culmina nel 1900 con l’azione delle suffragette, che si battono per ottenere la forma di uguaglianza al tempo più agognata: il diritto al voto.
Saltando certamente buona parte degli avvenimenti storici che hanno accompagnato la piena affermazione della donna all’interno della società attiva, si arriva a un’inversione improvvisa: le discussioni sulla parità di genere, sull’eguaglianza dei diritti e sul superamento del “tetto di cristallo” smettono di far riflettere e anzi faticano a circolare senza incontrare le più disparate resistenze.
Di nuovo, la donna torna a battersi per non essere relegata ad eccezione, a caso particolare; fatica ad affermarsi la normalità della equa coesistenza tra i due sessi.
Il gender non è più un compartimento stagno della nostra mente, non influenza come prima le decisioni, eppure rappresenta un filtro. Ognuna di noi si imbatte quotidianamente in situazioni dove lottare per quel passo avanti resta l’unica chance di non sopprimere all’ordinarietà di un mondo inevitabilmente male-oriented.
Ciò che le immagini di questo reportage vogliono mettere in luce è il “come”: il modo in cui l’essere donna comporti mettersi in gioco compiendo sacrifici, continue dimostrazioni, e nonostante ciò quanto sia diversa e particolare, affascinante e sensibile, la maniera in cui “una donna si rimbocca le maniche e svela sé stessa”. Nello sfarzo e nell’umiltà, nella vita quotidiana o nelle occasioni più formali, nella gioventù o nella vecchiaia, c’è qualcosa nel modo di vedere, di toccare, di sentire quello che sta loro intorno che lo rende caratteristico dell’universo femminile.
Sosteneva Virginia Woolf: “c’è un diverso modo in cui le donne vivono l’empatia, sia essa con i loro sogni, con il dolore degli altri, con le gioie, con gli oggetti”.
È un modo che non conosce menzogna, quello stesso modo genuino ed innato dell’occhio vigile e premuroso sui bambini, o quel modo sensuale e attento di bilanciare il peso su un tacco a spillo.
Una giornata fredda di Dicembre in un mercato cittadino è in grado di svelare la semplicità che si lega alla bellezza dei loro gesti, delle loro parole, delle storie che raccontano. Donne sole e non più complemento di qualcuno; nulla di fuori dal comune, né di inaspettato. Naturalezza, passione e forza, appunto, che è ciò che ogni centimetro di loro ha comunicato.
Fine del cliché, già da un po’ ormai. Un posto nel mondo che le donne hanno saputo indubbiamente meritarsi, sgretolando ogni residuo di pregiudizio.
Un invito a cogliere nello scorrere quotidiano una silenziosa rivelazione; “che Donna sia”.