INTRODUZIONE ALLA LEGGE DELLA SHARI’A E AL FIQH
«Roussari ya Toussari». Cioè «velo in testa o botte in testa». Scorci di storia.
Partiamo da quello che dai primi 1900 sembrava essere per le donne iraniane, un sogno diventato realtà: il poter vivere il proprio corpo in modo libero.
Siamo nel 1926, Sotto lo scià Reza Pahlavi divenuto scià , le donne si erano liberate da secoli di ancestrali oppressioni. Vivevano libere senza più l’obbligo del velo, come e forse più delle europee. Avevano acquistato il diritto al voto , allo studio, rendendo l’Iran un paese moderno.
Nel 1979 qualcosa cambia: la rivoluzione islamica che avrebbe dovuto portare nuovi valori e libertà , porta per le donne una condizione di oppressione. Persero tutte le loro libertà o quasi. Con gli anni il velo divenne prima un “gesto di cortesia” poi obbligatorio. Furono interdetti loro alcuni indirizzi universitari come quello della giurisprudenza.
Il velo islamico venne abolito nel ’36 da Reza Shah Pahlavi . Sembra assurdo a pensarlo ora, ma ritroviamo tutto questo nelle foto in bianco/nero degli anni Venti: femministe della Association of Patriotic Women, tutte a capo scoperto a partire da una delle leader, Fakhr-e Āfāgh Pārsā.
Anche nelle immagini di Farrokhroo Pārsā: la figlia che nel ’68, con otto anni di anticipo su Tina Anselmi in Italia, diventò la prima donna ministro all’Istruzione e di cui esiste una sola foto col velo: quella scattata dagli aguzzini khomeinisti al processo che l’avrebbe condannata a morte come «corruttrice sulla Terra».
E’ il 1979 quando Oriana Fallaci riuscì a fare la formidabile intervista a Khomeini (qui la versione integrale della sua intervista, leggetela è davvero disarmante), il velo che indossava e che si tolse non era ancora imposto per legge. All’epoca veniva vista come una «cortesia» richiesta dal protocollo. Fu proprio «per non creare allarme nella società e negli gli ex alleati laici», racconta una giornalista persiana che fu introdotto «passo per passo».
«Quando una donna voleva andare in un ristorante, trovava qualcuno che le presentava dei foulard, magari colorati e alla moda, e le chiedeva gentilmente se le dispiaceva indossarne uno per entrare. Così, a poco a poco, senza quasi che ce ne accorgessimo, il velo è diventato legge» nel 1983. Quando il potere sciita si era consolidato. E le donne avevano ormai capito come l’Hijab fosse la schiavitù al quale gli ayatollah avevano deciso di incatenarle.
LA DONNA IN IRAN ORA: I POCHI DIRITTI E LE MOLTE PENE
La condizione della donna in Iran è ancora lontana da ciò che vivono le loro vicine negli EAU. Anche se sono sempre più coinvolte nella vita lavorativa hanno molti ostacoli da superare prima di raggiungere la parità di genere.
I diritti delle donne si riassumono in pochi punti, vediamoli
EVENTI SPORTIVI
Possono recarsi negli stadi, ma solo per quanto riguarda le partite della Nazionale.
POLITICA
17 sono le donne tra le 271 persone in parlamento. Da allora, le donne in parlamento hanno ratificato 35 progetti di legge riguardanti le questioni femminili. Le donne possono esercitare la carica di ministro e di vicepresidente della Repubblica, ma non possono esercitare, al momento anche se in discussione, la carica di Presidente della Repubblica.
(Secondo il Financial Tribune, le donne costituiscono meno del 10% dei membri del parlamento in Iran.)
HIJAB
Dal 1983 è obbligatorio per la donna l’uso del velo che lo si può indossare insieme a vestiti considerati occidentali, quali tuniche, camicie larghe e jeans, maglioni e cappotti, a patto che essi siano a maniche lunghe e di tessuto non eccessivamente leggero e/o aderente.
SPOSTAMENTI
Una donna non può sposarsi o viaggiare all’estero, se sposata, senza il permesso del marito.
DIRITTO MATRIMONIALE
Le donne in Iran non possono amministrare possedimenti e sono completamente dipendenti dal marito. Se una donna diventa vedova, percepisce solo un ottavo delle proprietà del marito, mentre ciò che resta, resta senza amministrazione. Le donne non possono sposarsi con chi vogliono senza andare incontro al delitto d’onore.
Sia le donne che gli uomini, sia per la legge islamica che per le convenzioni sociali, devono rimanere vergini fino al matrimonio ed è tutt’ora in vigore il delitto d’onore. Il test di verginità viene richiesto in taluni casi.Le donne iraniane appena sposate devono frequentare corsi di pianificazione familiare imposti dal governo; le informazioni sulla salute e sull’uso del controllo delle nascite sono incluse in questi programmi.
LEGGE SUL DIVORZIO
Il divorzio può essere ottenuto sia da uomini che da donne e la custodia dei bambini è data alle donne.
DIRITTO CIVILE
L’adulterio è punibile con l’esecuzione, ma anche lo stupro da parte dell’uomo a patto che il colpevole non sia il coniuge. Non possono cantare in pubblico, se non davanti a un pubblico di sole donne e se non accompagnate da una voce maschile, non possono ballare e nemmeno andare allo stadio, se non per le partite della Nazionale (dal 2019).
Il sistema di diritto civile iraniano può essere visto come molto distinto dal genere, con numerose leggi che favoriscono gli uomini, e quasi nessuna a favore delle donne. Secondo le leggi civili iraniane, quando i bambini raggiungono la pubertà, acquisiscono anche responsabilità penale e possono essere giudicati legalmente come adulti. Ciò significa che le ragazze di appena dieci anni possono essere perseguite penalmente. Le pene possono variare dalle pene detentive alle frustate e alla pena di morte.
Il Consiglio dei Guardiani della Costituzione, organo costituzionale iraniano composto da 12 giuristi religiosi, ha reinserito la pena di morte mediante lapidazione per i casi di adulterio, correggendo così una bozza precedente del nuovo codice penale iraniano.[5]
DIRITTO ALLO STUDIO
Le scuole sono solo per femmine o per maschi, tranne che per le Università. Nel 2010 l’Iran ha nuovamente adottato un sistema di quote per limitare il numero di donne che possono accedere all’istruzione universitaria. L’Iran ha imposto restrizioni a una dozzina di corsi di studi sociali, inclusi studi sulle donne e diritti umani, sulla base del fatto che “Il contenuto degli attuali corsi nelle 12 materie non è in armonia con i fondamenti religiosi e si basano su scuole occidentali di pensiero.”
DIRITTO ALLA SALUTE
Nel 2005, il parlamento iraniano ha approvato gli aborti effettuati prima dei quattro mesi di gestazione se la vita della donna era a rischio o se il feto non era vitale o cresceva in modo anomalo. Con il supporto tecnico del Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione, il governo ha intrapreso iniziative di alfabetizzazione e pianificazione familiare. Nell’agosto 2014, i metodi di contraccezione permanenti sono stati vietati dal parlamento iraniano. Khamenei ha chiesto il divieto della vasectomia e della legatura delle tube nel tentativo di aumentare la crescita della popolazione. Amnesty International ha riferito che nel 2018 l’accesso a una contraccezione moderna ed economica per le donne iraniane era limitato.
DIRITTO ALLO SPORT
In Iran, le donne partecipano a numerosi sport e hanno rappresentato il paese in eventi sportivi come i giochi asiatici, i giochi olimpici e le coppe del mondo. Il 12 gennaio 2020, Kimia Alizadeh, medaglia olimpica iraniana si trasferì in Germania per competere per la Germania in occasione delle Olimpiadi estive . Alizadeh, che vinse una medaglia di bronzo nel tae kwon do alle Olimpiadi del 2016, disse di non poter competere per il suo paese a causa dell'”ingiustizia” e dell’ “ipocrisia” del regime iraniano. Aggiungendo come il governo iraniano manipolasse gli atleti per renderli “strumenti” di propaganda politica. In Iran, le donne non possono andare in bicicletta in base a una fatwa islamica emanata dall’ayatollah Ali Khamenei . Secondo i religiosi musulmani, se un uomo vede una donna andare in bicicletta, porterà a crimini tra cui reati sessuali, crimini finanziari, infedeltà spirituale e disobbedienza religiosa.
CITTADINANZA
Nel maggio 2019 il Parlamento iraniano ha approvato una legge che consente alle madri sposate con cittadini stranieri di trasmettere la cittadinanza ai figli. La norma, che riguarda migliaia di persone, viene presentata come un significativo passo avanti per i diritti delle donne in Iran. Nell’ottobre 2019 la norma è diventata effettiva. Tuttavia la nuova legge prevede che le donne presentino domanda formale affinché i loro figli ottengano la cittadinanza e in ogni caso questi devono sottoporsi a un controllo di sicurezza da parte del ministero dell’Intelligence prima della concessione della cittadinanza.
LE PROTESTE NON SI FERMANO
Il clima quotidiano di intimidazione nei confronti delle donne è in aumento a causa della tentata emancipazione femminile come testimoniano i video che stanno circolando sui social media, in cui squadre filo-governative cercano di far rispettare rigorosamente le leggi sull’obbligo del velo.
Proprio per l’emancipazione femminile le autorità hanno inasprito la repressione sulle donne che recentemente hanno protestato pacificamente contro l’obbligo del velo. Numerose sono le protestanti arrestate e frustate, tra loro ricordiamo:
l’avvocata per i diritti umani Nasrin Sotoudeh, di 55 anni, condannata a 38 anni e 148 frustate per “incitamento alla corruzione e alla prostituzione” e “commissione di un atto peccaminoso (…) essendo apparsa in pubblico senza il velo”.
Queste alcune prove a sostegno delle accuse:
- essersi opposta all’obbligo del velo
- aver effettuato visite in carcere senza velo
- aver assunto la difesa di donne che avevano protestato contro l’obbligo del velo
- essersi fatta intervistare sui violenti arresti e sull’imprigionamento di donne che avevano protestato contro l’obbligo del velo
- aver collocato fiori nel luogo dove una donna era stata violentemente arrestata le sono costati che hanno scatenato numerosissime proteste da tutti i media internazionali
Nasrin Sotoudeh è stata rilasciata il 7 novembre 2020 con l’annullamento della pena.
Vida Movahedi, un’altra difensora dei diritti umani, è stata arrestata il 29 ottobre 2018 dopo essersi mostrata senza velo in un luogo pubblico. Vida è nota come la prima “ragazza di via della Rivoluzione” per aver protestato nella nota strada di Teheran togliendosi il velo, appendendolo a un bastone e sventolandolo. Il suo pacifico atto di resistenza ha ispirato molte donne a protestare nello stesso modo in luoghi pubblici di tutto l’Iran e Vida è stata condannata ad un anno di carcere colpevole di “fomentare corruzione e dissolutezza”. La giovane è stata rilasciata nel maggio 2019 dopo molte proteste
Saba Kordafshari di 21 anni, è stata condannata a 24 anni di prigione per la sua attività, incluse le proteste contro l’imposisizione del velo. L’8 ottobre 2020 Narges Mohammadi, una delle più importanti attiviste per i diritti umani dell’Iran, è stata rilasciata dalla prigione di Zanjan. Sostenitrice dell’abolizione della pena di morte, vicepresidente del Centro per i difensori dei diritti umani, Narges Mohammadi era stata arrestata nel maggio 2015 e condannata a 10 anni per “fondazione di un gruppo illegale“ a causa di alcune interviste rilasciate alla stampa internazionale e l’incontro avvenuto un anno prima con l’alta rappresentante dell’Unione Europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza.
Nel gennaio 2019 il vice-Presidente del parlamento apre ad un possibile referendum sull’hijab obbligatorio. Tuttavia molte femministe si sono opposte all’idea di un possibile referendum, in quanto non vogliono che possano scegliere anche gli uomini riguardo le loro scelte.
Secondo Amnesty International, nel suo rapporto del 2019, “le donne hanno continuato ad affrontare una radicata discriminazione sia nell’ambito del diritto di famiglia sia del codice penale, in relazione a questioni come matrimonio, divorzio, impiego, eredità e assunzione di cariche politiche. Le autorità non hanno ancora inserito nel codice penale il reato di violenza contro donne, compresa la violenza domestica e i matrimoni precoci e forzati, che sono rimasti una pratica diffusa. La magistratura ha indebolito un progetto di legge lungamente atteso per proteggere le donne contro la violenza, che a settembre è stato rivisto e mandato alla commissione affari legislativi del governo per un ulteriore riesame. Le autorità hanno intensificato il loro raid nei confronti di attiviste per i diritti delle donne impegnate in campagne contro la legge discriminatoria che prevedeva l’obbligatorietà del velo, condannandone alcune a pene detentive e alla fustigazione per accuse come “promozione e favoreggiamento della corruzione e della prostituzione” e per avere incoraggiato lo “svelamento”. Ad aprile (2019), le autorità di polizia hanno inviato un messaggio telefonico alle donne accusate di aver tolto l’hijab mentre erano alla guida di un veicolo, convocandole per ritirare un avviso ufficiale secondo il quale le loro auto sarebbero state sequestrate se lo avessero fatto nuovamente’.
SOTTO LA PRESIDENZA ROHUANI, SONO:
- 106 le donne impiccate
- Frequenti le esecuzioni di donne che passano da almeno 12 nel 2017 dalle 10 del 2016, secondo le notizie raccolte; tra queste notizie, tre provengo da canali ufficiali (2 per reati di natura sessuale e 1 per omicidio) mentre le altre nove hanno fonti non-ufficiali ( 5 per omicidio e 4 per droga)
L’obbligo del velo vede anche l’opposizione di molti uomini, in particolare di giovani iraniani che sembrano intenzionati a cambiare la mentalità del paese (meno conservatrice rispetto a prima), i quali hanno aderito a una campagna di sensibilizzazione contro l’obbligo del velo chiamata #meninhijab.
Attualmente le donne non hanno il diritto di:
- cantare e ballare ( se non in un pubblico esclusivamente di sole donne)
- recarsi negli stadi (eccetto epr le partite della nazionale)
- ricevere un’eredità adeguata
- vestirsi come vogliono
- viaggiare libere all’estero da sole (se sposate)
- sposarsi con chi vogliono (senza rischiare di andare incontro al delitto d’onore)
- esercitare la carica di Presidente della Repubblica (si a quella di vicepresidente)
- condurre la bicicletta
L’età di una donna per essere considerata penalmente responsabile è di 9 anni. Per l’adulterio è prevista la pena di morte
Il 3 gennaio 2021 un progetto di legge che tutela le donne vittime di violenza è stato approvato dal governo Rohani; la proposta deve ancora essere votata dal parlamento, dove sarà più difficile la sua completa approvazione.
Secondo il gender gap report del 2019 l’Iran occupa il 148esimo posto su 153 per quanto che riguarda i diritti delle donne, con un ranking di 0,584 su 1,000 (nel 2006 era 108esima con un punteggio di 0,580 su 1,000.
Noi di La Costola ci teniamo a precisare che per quanto la condizione delle donne sia notevolmente svantaggiata rispetto a gran parte del resto del mondo quella dell’uomo non risulta essere da meno. Sicuramente godranno di più diritti rispetto al sesso opposto ma resta di fatto che anche per loro la libertà di culto, di pensiero e di manifestazione siano ancora opzioni molto difficili da raggiungere.
Nella stesura di questo articolo sono venute fuori parecchie luci e ombre, come il passaggio all’obbligatorietà del velo che secondo alcune fonti avvenne in maniera quasi dolce, secondo altre invece il passaggio fu drastico; oppure il grande mistero di come la gran parte della popolazione attualmente non si spieghi come abbia potuto votare per la Repubblica Islamica dell’Iran in maniera così decisa eppure così inconsciamente folle.
Per approfondire vi lasciamo alcuni testi e film da vedere, sperando che possiate farvi un’idea più approfondita di quello che è un posto affascinante, ricco di cultura e di passato. I Persiani, ci teniamo a ricordarlo, hanno creato capolavori come ” Mille e una Notte” o il ” libro dei Re”.
Le letture: Leggere Lolita a Teheran di Azar Nafisi Viaggio di Nozze a Teheran di Azadeh Moaveni Prigioniera in Iran di Roxana Saberi Pollo alle prugne di Marjane Satrapi (graphic novel)
I film: I gatti persiano di Bahman Ghobadi Una separazione di Asghar Farhadi