Il telefilm
In occasione delle contestazioni per il diritto all’ aborto che stanno imperversando in Polonia in questi giorni, facciamo un piccolo salto all’indietro nel tempo per arrivare al 27 luglio 2017 a Washington, quando le donne che vedete in questa foto hanno protestato contro la decisione di Trump di tagliare i fondi alla “Planned Parenthood”, un insieme di organizzazioni nazionali che si battono in favore della legislazione abortista e dell’educazione sessuale.
Questa è stata la prima di una lunga serie di manifestazioni messe in atto dalle donne di tutto il mondo, indossando una cappa rossa e una cuffia bianca, per protestare in favore dei diritti di scelta della donna sul proprio corpo.
Il 22 maggio 2018 questa forma di protesta è arrivata in Italia in occasione dell’anniversario dell’approvazione della legge 194, con la quale si legalizzava l’aborto in Italia. Centinaia di donne si sono riunite a Milano per porre l’attenzione sul fatto che il 70% dei medici ginecologi, nel nostro paese, è obiettore di coscienza.
Ma da dove hanno origine i costumi utilizzati per queste manifestazioni?
Da The Handmaid’s Tale, letteralmente “Il Racconto dell’Ancella”, una serie tv targata Hulu, vincitrice di ben 9 Emmy Awards e di 2 Golden Globes, tratta dall’omonimo libro di Margaret Atwood del 1985.
In questa serie veniamo catapultati in un futuro distopico, in cui negli Stati Uniti, a seguito di un colpo di stato, ha preso il comando una dittatura teocratica e totalitaria, che prende il nome di Gilead.
In questa nuova società le donne vengono sottomesse e non possono lavorare, leggere o maneggiare denaro e sono divise in classi sociali, ciascuna caratterizzata da uno specifico colore:
- Le Mogli, ovvero le consorti dei Comandanti, che indossano abiti color petrolio
- Le Marte, ovvero le domestiche delle case dei Comandanti, alle quali è assegnata una divisa grigia
- Le Ancelle, ovvero le donne fertili, vestite di rosso e con una cuffia bianca, che, in seguito al crollo delle nascite e all’infertilità, sono state strappate dalle loro famiglie e assegnate ai Comandanti, affinché diano loro degli eredi
- Le Zie, vestite di marrone, che si occupano dell’addestramento delle Ancelle
L’utilizzo dei colori è fondamentale in questa serie: le ambientazioni sono spoglie ed essenziali, ma i pochi colori presenti colpiscono con ferocia lo spettatore, facendolo precipitare nelle atmosfere cupe di Gilead, in un crescendo di tensione ed inquietudine mentre si seguono le vicende della protagonista June, costretta a portare il nuovo nome di Difred, ovvero di proprietà di Fred, il Comandante a cui è stata assegnata. June cerca di sopravvivere a Gilead, continuando a combattere per cercare di ritrovare non solo la libertà, ma soprattutto sua figlia Hannah, dalla quale è stata brutalmente separata mentre cercava di fuggire in Canada.
Il romanzo della Atwood su cui si basa questa serie, che porta all’estremo una società distopica e maschilista e le sue disastrose conseguenze, risulta terribilmente attuale nel mondo di oggi, nel quale molte donne non hanno ancora diritto di scelta sul proprio corpo e sulla propria vita.
Il coraggio e l’umanità di June (interpretata da una straordinaria Elizabeth Moss), che resiste ad ogni costo in un regime del terrore che punisce senza pietà i disertori, si riassume in una frase che le da la forza di proseguire la sua battaglia:
“Nolite te bastardes carborundorum”: non lasciare che i bastardi ti annientino.